N. 11 del 1/7/1998



Scuole "a scuola" d'informatica


Tenuto conto della crescente offerta di strumenti didattici digitali, destinati soprattutto alla formazione primaria, e delle opportunità di reperimento delle informazioni legate all'uso del World Wide Web, occorre chiedersi a quale livello siano giunti il processo di adeguamento tecnologico delle scuole italiane e il percorso di aggiornamento dei docenti che vi operano.


Il collegamento a Internet delle Scuole italiane all'inizio del 1998.
Il Ministero della Pubblica Istruzione (www.istruzione.it) ha recentemente pubblicato il primo rapporto di monitoraggio del Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche (pstd), iniziato nel 1997 con due intenti fondamentali: finanziare l'acquisto di unità operative multimediali per favorire l'aggiornamento dei docenti, coinvolti in corsi di formazione (progetto 1A), e garantire l'acquisto di hardware e software da utilizzare nei processi didattici (progetto 1B).

I dati presentati sono relativi all'aprile 1998 e parlano di più di 7.000 scuole inserite nel programma (5320-1A, 1898-1B), con una consistente prevalenza di quelle del ciclo elementare; il numero degli insegnanti coinvolti nella formazione supera quota 100.000, mentre sarebbero 280.000 quelli impegnati nell'uso della multimedialità in classe. La "prima alfabetizzazione" dei docenti risulta in genere gestita dei colleghi d'istituto (42%), seguiti da quelli di altre scuole (32%), e solo per il 26% da esperti di organizzazioni esterne o delle ditte che forniscono le attrezzature. Le scuole coinvolte nel progetto 1B hanno acquistato nel corso del 1997 7245 PC multimediali (una media di 3,8 a istituto) e 853 scanner; ma, all'inizio del 1998, solo il 22,6% di esse risultava collegato a Internet, percentuale che sale per il progetto 1A al 39,4% (in entrambi i casi prevalgono le secondarie superiori). Si tratta di dati interessanti che illustrano i primi passi di un processo ancora lungo (sono 300 i miliardi stanziati per il 1998, contro i 160 spesi nel 1997), la cui reale influenza sulla trasformazione dei modelli didattici potrà essere valutata solo tra qualche anno.



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